Aprile 2023
“L’Egitto è senza dubbio la più antica destinazione di viaggio al mondo” questo è quello che mi frullava in mente mentre ad un mese dalle ferie incappavo nei voli low cost di Wizzair. Ho già visitato l’Egitto due volte in passato, la zona orientale, delle località balneari fino a Luxor. Questo viaggio invece sarà totalmente dedicato alla zona occidentale dal basso Egitto di Alessandria al Cairo fino all’alto Egitto del Deserto Occidentale.
Calendario alla mano ho prenotato i voli esattamente nella settimana della nostra Pasqua, a differenza di ciò che si possa erroneamente pensare non è necessariamente alta stagione in Egitto, inoltre nel mio caso cadeva la prima settimana di aprile, perfetta per non incappare nel caldo torrido a sud e nelle nuvole a nord. Unico “inconveniente” (in un secondo momento rivelatosi una bellissima esperienza) il viaggio si sarebbe svolto in pieno Ramadan, periodo di purificazione in cui i musulmani non bevono e mangiano dall’alba al tramonto e di conseguenza molti servizi ed attività sono chiusi o seguono orari irregolari.
Atterriamo ad Alessandria d’Egitto domenica sera, sbrighiamo le pratiche per il visto d’ingresso (2 foto tessere da portare e 25$ da pagare in loco) e siamo già su un Uber diretto in centro al nostro Ithaka Hostel. È tardi ma il centro pullula di suoni e persone che in un primo momento mi stordiscono, trovo un posto che fa un panino con falafel spaziale, si chiama Mohamed Ali. La mattina successiva mi sveglio di buon ora e visito il Forte di Qaitbey che oggi occupa il sito dove sorgeva il Faro di Alessandria, una delle 7 Meraviglie del Mondo Antico. Riesco a trovare un ristorante aperto che fa pesce, la specialità per eccellenza in questa città, e mi concedo un buon pasto di inaugurazione del viaggio, rigorosamente accompagnato da acqua e soft drink (durante il Ramadan non è concessa neanche la vendita dell’alcol). Nel pomeriggio giusto il tempo di vedere la famosa Biblioteca e raggiungo la stazione centrale degli autobus, sarò a Il Cairo in serata con meno di 3 ore di Gobus (120 EL). Qui inizia il vero viaggio in Egitto, un concerto di clacson mi accompagna fin dai primi istanti, mentre dal piazzale degli autobus raggiungo a piedi il Freedom Hostel.
L’attraversamento delle strade si rivelerà come una delle cose più divertenti da fare, prendere coraggio, fare “massa critica” con altri pedoni e buttarsi mentre il traffico perennemente congestionato continua a scorrere, lo slalom tra le auto sembra quasi una danza, al termine del viaggio risulterà quasi una cosa naturale ma è assolutamente un azione da compiere con attenzione, purtroppo indispensabile se si desidera fare dei tratti a piedi nella città.
È lunedì mattina mi reco al Museo Egizio per mettermi in coda poco prima dell’apertura, me lo immaginavo enorme in realtà non lo è, ma la Maschera di Tutankhamon in tutta la sua magnificenza e le mummie di Yuya e Tuia in perfetto stato di conservazione, ne valgono la visita durante il mio viaggio (considerate che gran parte dei reperti archeologici sono in via di trasferimento al GEM Grande Museo Egizio a Giza in fase di apertura). Nel pomeriggio visito la Moschea di El-Azhar di straordinaria bellezza, uscendo mi addentro tra le vie del Cairo Islamico e mi perdo tra i negozi di artigianato, l’immondizia e le abitazioni popolari. Il sole sta scendendo e le vie brulicano di cani randagi che dormono sui cofani delle auto (il motivo rimarrà un mistero) e di persone intente a preparare banchetti, è quasi l’ora della “breakfast” come la definiscono gli stessi egiziani, è il primo pasto appena tramonta il sole, seguito dalla preghiera. Trovarsi nelle vie di Il Cairo durante questo momento è stata un esperienza unica, durante il Ramadan ogni persona è tenuta a fare gesti di carità verso il prossimo, mi offrono datteri e succo di guava, mi invitano a banchettare con loro, il quartiere è addobbato a festa, tanti i gesti di pura accoglienza. Veramente bello!
Qualcuno si starà chiedendo se è pericoloso, soprattutto per una donna, onestamente non ho mai avvertito la sensazione di pericolo, ovvio che la modalità con cui ci si pone (educazione ed un sorriso non si negano a nessuno) e ci si veste possono fare la differenza (consiglio un abbigliamento casual con ginocchia e spalle coperte).
Martedì mattina parto alla volta della Cittadella fondata dal celebre condottiero musulmano Saladino. Visitiamo a seguire la Moschea di Muhammad Ali dalle linee turche, per nulla improntata alla tradizione architettonica egiziana.
Dopo aver degustato un ottimo kushari (piatto nazionale egiziano composto da un sapiente mix di pasta, lenticchie, riso e ceci, conditi con salsa di pomodoro all’aceto) da Abu Tarek, prendo un uber (si rivelerà il miglior mezzo di trasporto in assoluto) in direzione Giza.
Arriviamo che è già buio e veniamo accolti sul terrazzo del Nefertiti Pyramids View da una vista straordinaria, le Piramidi di Cheope e Chefren sullo sfondo. A cena decidiamo di andare a goderci lo spettacolo notturno delle Piramidi (gratuitamente) dalla terrazza di Pizza Hut, minima spesa massima resa.
Mercoledì mattina ci alziamo presto ci aspetta il pezzo forte, la visita alle Piramidi (se ne possono visitare due su tre) di Cheope e Chefren. Altamente sconsigliato a chi soffre di claustrofobia o comunque ha difficoltà respiratorie. La visita continua con la Tomba di Mars Ankh e la Sfinge. Non ancora soddisfatti con la nostra guida locale andiamo a Saqquara dove è possibile visitare la Piramidi a gradoni, alcune splendide tombe dipinte ed il singolare Serapeo, straordinario luogo di sepoltura dei tori sacri imbalsamati.
La visita di Giza richiede cautela. L’esposizione al sole è importante e i pochi momenti all’ombra sono all’interno delle piramidi dove manca ossigeno, è indispensabile avere con sè un cappello, abbondante acqua ed una crema solare per evitare colpi di sole o di calore.
Nel pomeriggio dopo una doccia ristoratrice andiamo presso la hall del Cleopatra Hotel da Atta ad acquistare il tour del deserto per i successivi 2 giorni.
Giovedì mattina all’alba partiamo alla volta del Deserto Occidentale, dopo 5 ore di auto giungiamo in un piccolo albergo dopo ci servono il pranzo ed una mezz’ora di ristoro. Alle 13:30 quella che diverrà la nostra jeep con driver e chef beduini ci preleva per dirigersi verso il Black Desert, la nostra prima tappa. Continuiamo in jeep fino a raggiungere la Crystal Mountain, Flower stones, Agabat Sand Dunes ed infine lo splendido White Desert. Indescrivibile, le foto rendono 1/5 di ciò che abbiamo goduto ad occhio nudo. Mentre ci godiamo il tramonto nel silenzio più assoluto del deserto, driver e chef montano le tende, accendono il fuoco e ci preparano la cena, senza dubbio la più buona del viaggio. Trascorriamo la serata seduti sui tappeti davanti al fuoco a parlare con i beduini attraverso disegni nella sabbia (conoscono pochissime parole in inglese) e cuocendo mushmello. La notte nella tenda scorre veloce, è venerdì e alle 6 del mattino siamo in piedi per goderci l’alba, immersi in questo mare di cumuli calcarei bianchi come la neve. Saltiamo sulla jeep e ci aspetta il breve tour delle formazioni calcaree più particolari, funghi, galline, lumache, ci sbizzarriamo con le foto e risaltiamo in jeep, ultima tappa nella sorgente termale, in zona ce ne sono diverse e siamo già in auto per prendere la via del ritorno.
Proseguiamo con un Uber verso Il Cairo, ultima sera tra il frastuono che è ormai così familiare. La mattina successiva prendiamo l’autobus verso Alessandria D’Egitto ed andiamo direttamente in aeroporto, già con un pò di nostalgia nell’animo. Un viaggio di 7 giorni, intenso e vissuto più che mai, grazie ad un paese ed un popolo estremamente ospitale. Chukran!